Un corpo a corpo che ossessiona. La relazione che diventa manipolazione. Un corpo vivo che si svuota del suo peso emotivo e diventa carcassa.
Intorno la città che vive, distratta. Il futuro, che a ben guardare, non sembra avere un aspetto accogliente. Un progresso che ci ha resi distanti, incapaci di “sentire” l’altro.
La danza urbana di The Ranch is Empty, ispirata agli scatti del fotografo Sebastião Salgado sui viaggi dei migranti, ci scuote e ci interroga: chi stiamo lasciando indietro nel nostro viaggio verso il futuro? Quanto siamo diventati indifferenti?
All’individualismo per la sopravvivenza, però, esiste alternativa: l’incontro con l’altro, con la tenerezza, con chi ci ricorda da dove veniamo e insieme dove stiamo andando.
Sono coinvolti nella performance anche i partecipanti al workshop per amatori della danza e del teatro guidato da Natalia Vallebona e Faustino Blanchut a Rovereto in collaborazione con la Compagnia Abbondanza/Bertoni.
Il lavoro di Natalia Vallebona rompe gli schemi: la predominanza assoluta è del corpo – materia prima estrema – e veicolo di un’espressività veramente selvatica. Ed è proprio in questa capacità fisicoespressiva che è scritta la sua cifra sofisticata, potente e ammaliatrice.