Nella cultura della sovraesposizione mediatica e dell’apparire, i nostri corpi sono diventati sempre più immagini da esibire, oggetto di racconti da consumare senza sosta, figure sottoposte allo sguardo curioso e indagatore di osservatori sconosciuti. In questo dittico dal titolo Frammenti d'infinito, Aristide Rontini prima sottrae i corpi alla luce diretta facendoli ombre che perdono i loro confini e si perdono nell’orizzonte aperto dell’infinito, poi li moltiplica, li fa più numerosi, invitandoli dalle diverse comunità. E, ancora una volta, ci mostra le loro, le nostre, infinite possibilità di essere.
La seconda parte del lavoro è creata grazie a un laboratorio di comunità che il coreografo ha tenuto a Rovereto con persone non professioniste, amanti della danza e del teatro.