Storia di rotte marittime, commercio di spezie e battaglie navali. Un viaggio che ci porta in Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia e Cipro, paesi un tempo parte della potente Repubblica.
In Viaggio nella Repubblica di Venezia, l’incontro di Linguaggi tenuto da Giovanni Vale ed Egidio Ivetic approfondisce la storia della Serenissima e mostra l’eredità culturale arrivata a noi frutto di tanti strati diversi.
Abbiamo intervistato oggi il professor Egidio Ivetic.
Insegno Storia del Mediterraneo all’Università di Padova e sono direttore dell’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, quindi la prospettiva che posso dare è quella di storico. Il mio impegno è di dare un punto di vista differente, suggerire una nuova visione rispetto a quella che è considerata oggi Venezia.
Parliamo di uno stato estinto, molto particolare, anche per la sua forma che va da Bergamo a Cipro. Per noi abituati all’idea di stato nazionale è molto difficile da concepire. La Repubblica di Venezia non era uno stato nazionale e ha due anime: una legata al mare, che è l’anima originaria, e l’altra è quella italiana. La dimensione marittima della Serenissima dura un millennio, mentre quella italiana solo quattro secoli Venezia, infatti, entra nella nostra storia nel '400 contribuendo al Rinascimento con la pittura, l'architettura, con Pietro Bembo che standardizza la lingua italiana, ma per quanto fondamentale per l’Italia ha una sua storia più profonda molto mediterranea, che è interessante oggi per sollevare questioni identitarie nella percezione collettiva.
Sicuramente l’impronta che vogliamo dare all’incontro è quella di un dialogo, io da storico mi occupo di tenere memoria e di ciò che la memoria rappresenta mentre Giovanni Vale, da giornalista, sottolinea la visione dello stato.
Nonostante sia stata luogo di grandi commerci e influenze internazionali il concetto di frontiera è molto presente nella Repubblica di Venezia. È stata terra di confine rispetto all’impero ottomano, con cui si è confrontata per un periodo lunghissimo dal ‘300 alla fine della Repubblica nella dimensione del mare e delle terre balcaniche. Ci sono stati periodi di guerra di addirittura 25 anni, ma nonostante ciò questo stato ci lascia una storia in cui dimostra la capacità del popolo di convivere con il diverso non solo perché sono commercianti, sono così perché vengono dal Mediterraneo, dal mare, da un passato bizantino aperto al dialogo, non per caso nasce lì la figura dell’ambasciatore.