PRIMA NAZIONALE
COPRODUZIONE ORIENTE OCCIDENTE
Dopo lo spettacolo Voronia e il grande affresco ispirato alla vita e l’arte di Pablo Picasso, Los Pájaros Muertos sotto la cupola del Mart, Marcos Morau torna a Oriente Occidente con il suo ultimo progetto supportato da una lista invidiabile di istituzioni europee. Il Théâtre de Chaillot, il Sadler’s Wells, il festival Tanz Im August, il Théâtre de la Ville de Luxembourg, il Teatros del Canal e Oriente Occidente coproducono Pasionaria, l’attesa sua nuova creazione per otto danzatori de La Veronal. Il nome della compagnia rimanda alla droga usata da Virginia Woolf per il suo primo tentativo di suicidio, e di per sé è già un programma. “Attentatore delle arti”, Morau - che è appassionato di cinema, attore, danzatore - crea opere in cui a partire dal mondo reale arriva a esplorare i meandri della psiche umana. Per Pasionaria parte dell’etimologia del termine latino passio, -onis (dal greco pathos), ovvero passione, che definisce al tempo stesso l’atto di soffrire e la capacità di suscitare emozioni. L’ambivalenza del suo significato spinge l’eclettico artista a indagare come sia declinato il termine oggi nella nostra società. “Il mondo in cui viviamo - commenta Morau - ci fa presagire un futuro senza sentimenti. Il mondo digitale e il progresso tecnologico conducono sempre più verso la necessità di differenziazione di noi umani dai robot e dalle statue. Nello spettacolo utilizzo questi corpi inerti per guardare dentro noi stessi, per cercare le discrepanze e capire se siamo ancora vivi”. Pasionaria, dunque, pone questioni urgenti sul distacco emozionale tipico del mondo di oggi; riflette sull’idea di progresso che si sta imponendo; sull’individualismo e la codardia morale dominanti. Convinto che solo l’attenzione alle passioni possa salvare l’umanità, il coreografo prova a indagarne le radici e le declinazioni ricorrendo alla musica monumentale di Bach e a una messa in scena che decontestualizza e si sviluppa ‘in negativo’. “Immagino una Pasionaria in movimento - spiega ancora Morau - un gruppo che si svela come animali mitologici tra le pagine di un Bestiarium. Otto danzatori che si muovono quasi come noi, parlano quasi come noi, ma che non sarebbero in grado di affermare cosa manca loro per sentirsi umani. Nello stesso modo in cui un cupo quadro di Caravaggio parla della luce, nello spettacolo voglio evidenziare tutto ciò che non c’è, tutto ciò che manca. Uso il palcoscenico per mostrare il vuoto, la completa mancanza di passione”. L’effetto, come spesso succede nelle opere dell’artista valenciano, è inaspettato: nello spettacolo le immagini tratte dalla realtà più cruda coesistono con la più rarefatta astrazione. Le forme letterali e narrative perdono la loro linea retta per diluirsi e fondersi in immagini senza bordi capaci di riverberare un pianeta del subconscio, dentro il quale lo spettatore dovrà andare a cercare una fiamma per illuminarsi a sua volta.
laveronal.com
Acción Cultural Española (AC/E) sostiene la partecipazione al Festival Oriente Occidente 2018 della compagnia spagnola La Veronal attraverso il Programma per l'Internazionalizzazione della Cultura Spagnola (PICE), nell'ambito di Mobility grants.