Dove l’hip hop incontra espressioni contemporanee, il nuovo circo e la danza tradizionale nord-africana c’è Fouad Boussouf. Difficile da etichettare, il coreografo franco-marocchino arriva a Rovereto con l’ultimo lavoro della sua trilogia sul mondo arabo, nel quale, ancora una volta, fonde stili, generi e discipline artistiche. Si intrecciano infatti musica, danza, canto e poesia in Oüm, un immaginario incontro tra la famosa cantante egiziana contemporanea Oum Kalthoum e il poeta persiano dell’XI secolo Omar Khayyam, ai quali il coreografo rende un emozionante omaggio.
Colonna sonora della sua infanzia, le canzoni di Oum Kalthoum, la sua voce, i suoi testi – dai più personali ai più violenti – accompagnano Boussouf da sempre. Più tardi scopre invece il Rubaiyat, il poema classico che celebra la trance e l’estasi del vivere nel presente dello scrittore persiano Omar Khayyam di cui la diva ha cantato i versi.
Sul palco sei performer accompagnati dalla musica live interpretano il meticciato che caratterizza Boussouf, i suoi e i nostri paesaggi, le sue e le nostre origini. E nella confusione contemporanea ci invitano a stare nel qui e ora.
Danze a terra sovrapposte e linee verticali di grande finezza, catene di corpi e giochi di peso, esplosioni di movimenti radicali e quasi violenti. È a una trance illuminata a cui danzatori e musicisti ci invitano. Trasportato dalla forza di un rito contemporaneo, Oüm potrebbe diventare un pezzo di culto.
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