«La realtà e la finzione sono due facce intercambiabili della vita e della letteratura. Ogni sguardo dello scrittore diventa visione, e viceversa: ogni visione diventa uno sguardo. In sostanza è la vita che si trasforma in sogno e il sogno che si trasforma in vita, così come avviene per la memoria. La realtà è così sfuggente ed effimera».
Gesualdo Bufalino
Giovane e talentuoso coreografo - origini israeliane, ma residente in Spagna - Sharon Fridman ha trovato le proprie coordinate artistiche nell’unione scaturita dal folklore della sua terra d’origine, dalla danza contemporanea e dal balletto classico. Nel suo paese d’adozione, la Spagna, alla sua opera si guarda come «una piccola meraviglia, una festa per i sensi, l’equilibrio viscerale ed elettrizzante» (Roger Salas, El Pais). Con Al menos dos caras - prima assoluta lo scorso maggio a Madrid - Fridman dà ancora una volta prova della forza e della vitalità che caratterizzano le sue creazioni, in ognuna delle quali si attesta un frammento autobiografico. In scena due danzatori e un attore per indagare, attraverso una struttura marcatamente drammaturgica, la separazione tra “ciò che si aspira a essere o a fare” e “ciò che si è o si fa”, a prescindere dall’impegno personale. Obiettivi principali del lavoro dei Sharon Fridman sono la ricerca, l’apprendimento e lo sviluppo di un linguaggio fisico attraverso il quale creare «uno spazio virtuale dove il pubblico possa vedere, sentire e immaginare». Lo spettacolo è dunque la narrazione del travaglio intimo tra due modalità dell’esistere perché, secondo il coreografo, lo sguardo soggettivo vive sempre al limite tra realtà e immaginazione e non sempre è chiaro dove finisca l’una e cominci l’altra. La coreografia è sostenuta da architetture effimere e grandi solidi il cui movimento continuo in scena ha lo scopo di generare nello spettatore l’ambiguità nella percezione dello stato, del paesaggio, delle emozioni rappresentate dai danzatori: ogni avvenimento, ogni frammento di realtà si offre ai nostri occhi con più facce, almeno due, al menos dos.
Sharon Fridman è nato in Israele, ad Hadera, nel 1980. Il suo percorso di danzatore comincia nel 1999 con la prestigiosa Ido Tadmor Dance Company di Tel Aviv e prosegue prima con la Kibbutz Contemporary Dance Company e poi con la compagnia Vértigo; fino ai numerosi progetti presso il Suzanne Dellal Center dove affina la sua formazione interpretativa. Debutta come coreografo con Covered Red (2000) e Anna (2001), entrambe firmate per il gruppo Phrasal. Tra il 2004 e il 2008 è direttore artistico e coreografo della compagnia Mayumaná. Nel 2006 si trasferisce definitamente in Spagna dove, l’anno successivo fonda la Compagnia che prende il suo nome. Nel 2008 partecipa a un progetto a sostegno dei giovani coreografi promosso dalla Royal Opera House di Londra, sotto la direzione artistica di Wayne Mcgregor. Da questo momento ha inizio la sua carriera internazionale; nel 2011, al Concorso Coreografico Burgos - New York, è stato insignito sia del primo premio assegnato dalla giuria che da quello assegnato dal pubblico.
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