Un “corpo a corpo”, vuoi declinato nella conflittualità dei singoli o dell’intera società, vuoi nella comunione e nella vicinanza, lega gli spettacoli scelti per la trentaquattresima edizione del Festival Oriente Occidente. Nel centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, a Rovereto, città dove a monito perenne della pace regna una campana il cui bronzo proviene dalla fusione dei cannoni delle diciannove nazioni che presero parte alla Grande guerra, il tema del conflitto, osmoticamente ancorato a quello antitetico di armonia e comunione, non poteva passare inosservato. Sottende, infatti, con modalità espressive ed estetiche differenti, la linea artistica di questa edizione che abbandona la bussola geografica leitmotiv degli ultimi anni, per raccontare più profondamente l’uomo, le comunità, le tensioni politiche, sociali e familiari che lo accomunano in qualsiasi angolo del globo. Il micro e il macro del conflitto, la memoria del corpo e le potenzialità dell’unione.
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