Divisa per decenni da un muro, tangibile e ideologico, tra Est e Ovest, oggi l’Europa pare trovarsi di fronte a una nuova frattura che traccia questa volta una linea di demarcazione tra Nord e Sud. Non più check point, metri verticali di cemento né cortine di ferro si frappongono, a oltre vent’anni dal crollo dei sistemi comunisti, tra due idee di Europa. La recente divisione tra Nord e Sud, messa a nudo dall’acuirsi della crisi economico-finanziaria, si misura in termini di robustezza economica e stato sociale, nonché status dei diritti. È una divisione che, contrapponendo decantate capacità a fragilità strutturali, innalza nuovi muri di separazione, alimenta distanze e rischia di relegare il Sud a scomoda periferia. Ancora una volta, il progetto di unione europea deve confrontarsi con fattori di disunione. In tale contesto si può dunque cercare, e trovare, un elemento di congiunzione, affinché il processo di integrazione europea non naufraghi, insieme ai Paesi più vicini al Mediterraneo? La cultura è uno dei fondamenti necessari a una visione di Europa comune. Il dibattito sul futuro dell’Europa pone al centro proprio la cultura quale componente imprescindibile per alimentare un sentimento di appartenenza a un destino collettivo, uno sviluppo sostenibile, un progresso calcolabile anche in tassi di civiltà. La storia narra di come l’Europa e gli Europei siano pervasi dalle differenze, a partire dall’assenza di una lingua comune. Narra anche di come tali differenze abbiano contribuito, dal secondo dopoguerra a oggi, alla costruzione di una grande visione che affonda le radici nella democrazia e nella pace.
La cultura è il filo che intreccia differenze restituendo empatia, che amalgama confini avvicinando cittadinanze. Attraversando l’Europa dal Nord al Mediterraneo, dall’Est all’Ovest, cerchiamo con questa edizione di Oriente Occidente di ricucire un abito comune, di riunire tasselli sparpagliati di un mosaico che ci restituisca l’immagine di un «noi». Lo facciamo attraverso la danza, in un Festival che da sempre esplora mondi lontani per sentirseli più vicini, per contrapporre agli scontri di civiltà gli incontri di culture, nella convinzione che la costruzione di un’Europa comune passi necessariamente dalla predisposizione di un dialogo fra culture.
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